La Festa della Sensa a Venezia
La festa dell’Ascensione (“Sensa” in dialetto veneziano) assume un significato particolare a Venezia, dove ogni anno, insieme alla ricorrenza cattolica, la seconda domenica di maggio si celebra la mistica unione tra Venezia e il mare.
La Festa della Sensa
La festa dell’Ascensione (“Sensa” in dialetto veneziano) assume un significato particolare a Venezia, dove ogni anno, insieme alla ricorrenza cattolica, la seconda domenica di maggio si celebra la mistica unione tra Venezia e il mare.
È una festa millenaria e, come quasi tutte le feste veneziane, nasce come una festa laica; non che la religione non vi abbia avuto parte ma civile e politica ne è l’origine, e la religione non serviva che a consacrare i fasti, le vittorie e gli avvenimenti.
Storia
La festa della Sensa commemora due importantissime vittorie della Serenissima Repubblica, lontane una dall’altra quasi due secoli::
Prima vittoria: : A.D 997
La prima è la vittoria navale riportata dai veneziani sui corsari che infestavano il litorale adriatico.
Tutte le città della costa illirica erano spesso attaccate da questi briganti che provocavano uno sterminio ovunque passassero. Una delegazione di quei paesi venne quindi a domandare l’aiuto dei Veneziani. Il Doge era allora Pietro Orseolo II; un uomo intraprendente e pronto a cogliere tutte le occasioni per estendere il nome e il potere della Repubblica.
Salpò da Rialto il giorno dell’Ascensione; raggiunse i pirati nel Quarnaro, diede loro la caccia in mezzo a quel labirinto di scogli e d’isole che formano l’Arcipelago illirico, e in poche settimane liberò quei mari dalle rapine e dai massacri. Il Doge vittorioso rientrò trionfante nella città che si chiamava ancora Rialto.
Gli abitanti della Dalmazia, grati per l’aiuto ricevuto, fecero atto di devozione alla potente Repubblica. Questa fu l’origine del dominio veneto su quelle coste ed il primo passo che fece Venezia fuori dalle sue lagune, il primo passo verso l’Oriente, che più tardi doveva dominare con il commercio e con le armi.
Tutto questo avveniva nell’anno 997: tre anni prima del millennio che doveva portare, secondo le profezie della Chiesa, la fine del mondo. Non sembra però che i veneziani prestassero gran fede al sinistro presagio poiché istituirono quell’anno stesso la festa celebrativa di questa vittoria.
Seconda vittoria: A.D 1177
La seconda vittoria che si celebra il giorno della Sensa è una vittoria diplomatica.
Correva l’anno del Signore 1177, giorno dell’Ascensione, quando Venezia veniva scelta come sede per la stipulazione della pace tra il papato e l’impero.
Il Papa, Alessandro III, era fuggito da Roma in seguito alle minacce rivolte contro di lui dall’imperatore Federico Barbarossa. Dopo una lunga e sanguinosa guerra fra le due potenze si raggiunse ad una tanto auspicata riappacificazione. Fu convocato un congresso e, grazie all’abilità diplomatica del doge Sebastiano Ziani, la scelta della località cadde su Venezia; fu il primo grande summit della storia e le lunghe discussioni tra le diverse forze in contrasto (imperatore, Comuni, Normanni, Greci) si svolsero da maggio a giugno. Il 24 luglio 1177 fu stipulata la pace.
Al momento dell’addio a Venezia il papa, in segno di riconoscenza al governo che aveva ospitato a proprie spese il cruciale evento, colmò la città di doni e consegnò al Doge Ziani un anello benedetto, pegno – come recitava la bolla pontificia – della sovranità che Voi e i successori Vostri avrete perpetuamente sullo mare, e simbolo con cui sposare lo Mar sì come l’omo sposa la dona per essere so signor.
A questa concessione, il munifico e riconoscente pontefice ne aggiunse un’altra, altrettanto prestigiosa: tutti i fedeli che avessero visitato la cappella ducale e la basilica di San Marco nei giorni della Sensa, avrebbero beneficiato dell’indulgenza plenaria. Questo sì che poteva rivelarsi un affare lucroso, fiutò subito la Repubblica, a patto di riuscire ad attrarre in città un gran numero di pellegrini.
La cerimonia
Fu così che la festa della Sensa assunse un’importanza ancora maggiore. Fino al 1177 era stata una cerimonia molto semplice con il Bucintoro che portava il Doge verso il porto che ora si chiama di San Niccolò. Ma d’allora in poi si iniziò a celebrare il famoso rito dello Sposalizio di Venezia con il mare: il Doge, a bordo del Bucintoro, (il battello di stato vogato dagli Arsenalotti) seguito da un corteo affollatissimo di barche di ogni tipo addobbate a festa, raggiungeva S. Elena, all’altezza di San Pietro di Castello, dove lo attendeva il Vescovo, a bordo di una barca con le sponde dorate, per dargli la benedizione. Il vescovo e i canonici della Cappella Ducale intonavano le preghiere consuete e il Doge pronunciava ad alta voce la formula del rito, che era la seguente: Ut hoc mare nobis et omnibus in eo navigantibus tranquillum et quietum concedere digneris te rogamos, audi nos.
La Fiera dell’Ascensione
Il Bucintoro rientrando a San Marco annunziava solennemente l’inizio della fiera dell’Ascensione, aperta al commercio di tutti i paesi.
Nell’ampio quadrilatero della piazza San Marco venivano allestite una doppia serie di botteghe disposte simmetricamente in una grandiosa elissi da un lato all’altro. Era una specie di esposizione universale di tutto ciò che l’arte e l’industria del tempo avevano prodotto di meglio in ogni genere di lavoro. Si potevano ammirare i prodotti e i manufatti non solo di Venezia, ma di qualunque altro paese d’Italia e d’Europa.
La fiera durava quindici giorni e Venezia diveniva l’emporio e il teatro di tutto il mondo civile. Gli stranieri vi accorrevano da ogni parte. Durante i quindici giorni della fiera era permesso girare in maschera come durante il Carnevale.
L’ultimo Sposalizio del Mare della Repubblica di Venezia avvenne nel 1796 sotto il dogado di Ludovico Manin. In seguito alla caduta di Venezia le celebrazioni cessarono.
La festa della Sensa oggi
Grazie all’attività del Comitato Festa della Sensa, dal 1965 Venezia è tornata a celebrare l’evento, con un corteo acqueo da San Marco al Lido di imbarcazioni tradizionali a remi organizzato dal Coordinamento delle Società Remiere di Voga alla Veneta. La cerimonia è ancora molto sentita e fa parte della vita cittadina. Oggi è il sindaco che esce alla bocca di porto di San Nicolò e sposa il mare utilizzando la stessa formula laica.
Quel giorno viene fatta una promessa, e viene assunto un impegno: quello di proteggere sempre Venezia nella buona come nella cattiva sorte. Un patto indissolubile di reciproco rispetto e amore.