Il Crollo del Campanile di San Marco
Il 14 Luglio 1902 rappresenta una triste data per la città Venezia. In quel giorno infatti crollò il Campanile di San Marco, una delle Torri campanarie più antiche del mondo.
La fortuna volle che in quel tragico evento non ci fossero vittime. Ma quando si iniziò a rimuovere le macerie, venne ritrovata una piccola vittima: il gatto del custode!
Tra le rovine del Campanile in piazza San Marco venne rinvenuta quasi intatta la statua di bronzo di Jacopo Sansovino raffigurante Mercurio con il braccio destro rotto e senza quattro dita della mano destra. Inoltre venne ritrovato un frammento di un Calice in Vetro di Murano risalente al 1500, con decorazioni a smalti policromi raffiguranti motivi allegorici di piante ed animali, attualmente conservato nel Museo Vetrario dell’Isola di Murano.
Il crollo del campanile di San Marco fu una vera tragedia per i Veneziani che vedevano nel Campanile un simbolo, una bandiera, qualche cosa dell’anima di tutto un popolo, sorto nel cuore della città e testimonianza di una multiforme storia di vita e d’arte.
Le macerie del campanile furono gettate in mare, a circa 5 miglia dal Lido di Venezia. Vennero trasportate con un grosso barcone con il fondo apribile e su uno dei mattoni trasportati, contornato da rami d’alloro, venne incisa la data “14 luglio 1902”. Pareva di assistere a un trasporto funebre, raccontano le cronache dell’epoca. Il mattone inciso fu gettato in mare da una bambina di nome Gigeta salita sul barcone con Giacomo Boni, un funzionario pubblico. Durante il viaggio di ritorno Boni si accorse che Gigeta teneva il pugno chiuso: dal cumolo di macerie la bambina aveva sottratto «un tochetìn de matòn del campaniél» (un pezzetto di mattone del campanile).
Spunto storico G. Bertola.
Per chi desiderasse approfondire l’argomento, ecco un video storico molto esplicativo e completo: